NUOVA TELECABINA AOSTA-PILA

Concorso di progettazione- 3° CLASSICATO

CONCEPT L’alpeggio per lo sfruttamento dei pascoli alpini è uno degli aspetti più originali e caratterizzanti dell’economia, del paesaggio e della cultura valdostana. I 4/5 del territorio regionale sono al di sopra dei 1600 m di altitudine, una specificità che nei secoli ha generato una costellazione di edifici perfettamente inseriti nel contesto ambientale e paesaggistico montano. Mayèn, alpadzo, montagne, tso, arp sono costruzioni molto semplici, arcaiche, senza tempo. Sotto questa apparenza nascondono la saggezza dei secoli, l’esperienza del vivere in montagna e la sintesi del necessario. Nei suoi 100 giorni di attività, l’alpeggio tradizionale prevedeva una gestione piuttosto complessa delle attività e richiedeva molta efficienza. Molte erano le funzioni ospitate: stalla, abitazione, caseificio, laboratorio, conservazione prodotti, deposito letami, abbeveraggio, pascolo. È interessante osservare come tale complessità sia stata risolta attraverso la rielaborazione dell’archetipo tradizionale di casa, adattato alle funzioni e al contesto, il tutto a misura d’uomo. Il risultato è un impianto lineare, stretto e lungo, che segue la curva di livello e si adatta al terreno. Il sito veniva scelto con attenzione, lontano da frane e valanghe, vicino al bosco e al ruscello.  La manica dell’edificio era ridotta al necessario, gli sterri e riporti minimi, i materiali ricavati sul posto. Rispetto del luogo, adattamento al contesto e equilibrio, l’alpeggio tradizionale rappresenta la migliore sintesi tipologica del costruire in montagna. Nel tentativo di ripristinare un possibile dialogo tra le montagne e i suoi abitanti, l’idea progettuale reinterpreta le logiche archetipe dell’alpeggio tradizionalmente inteso. Questo approccio concettuale e tipologico, comune alle due proposte, ha portato alla creazione di elementi semplici e riconoscibili, ispirati a valori di rispetto, adattamento ed equilibrio. Così come in biologia la capacità adattiva rappresenta la misura in cui un carattere rende idoneo un organismo all’ambiente in cui esso vive, il percorso progettuale adottato ha portato alla rielaborazione dell’impianto lineare dell’alpeggio, adattato e modellato alla complessità funzionale delle stazioni turistico-sportive, valorizzando in termini generali lo spazio pubblico e l’interazione con il paesaggio.

STAZIONE DI VALLE Nella proposta progettuale per la nuova stazione di valle, le peculiarità architettoniche e topografiche esistenti vengono valorizzate, integrate e rese organiche in un unico volume. Gli ingombri esistenti della stazione di arrivo Aosta-Pila vengono mantenuti e inglobati in una nuova pelle che ne segue l’andamento. In tal modo le strutture portanti e la copertura vengono conservate, fatte salvo quelle dell’attuale punto informativo e uffici, la cui rimozione consentirà di liberare lo spazio necessario per la riorganizzazione dei nuovi flussi.  La stazione di valle del nuovo impianto è posta all’estremo sud, oltre il muro di contenimento, a sbalzo sul nuovo parcheggio. Tale posizione conserva la larghezza di pista attuale, allargando questa parte di suolo. La copertura in progetto si abbassa e si espande verso l’area a parcheggio. Viene così a crearsi uno spazio aggiuntivo in continuità con la pista; per sua conformazione e per la scarsa pendenza, la nuova copertura diventa una naturale estensione del terreno, generando un piccolo anfiteatro con belvedere dal quale è possibile osservare il comprensorio di Pila. L’allargamento della copertura corrisponde ad una maggiore superficie coperta a livello del parcheggio dove trova posto una piazza pubblica caratterizzata dal nuovo volume della biglietteria e da un sistema di scale con una rampa ciclo-pedonale capaci di rendere fluido e piacevole l’accesso al livello superiore. La biglietteria con punto informativo è collegata al nucleo scala esistente, unificando i percorsi interni degli uffici e dei servizi.

Il livello della piazza viene rialzato e raccordato con la topografia del parcheggio, ponendo allo stesso livello la nuova biglietteria con i bagni e l’ufficio gare esistenti, rendendo più organico il sistema di accessi alla struttura. La nuova piazza coperta consentirà inoltre l’accumulo per la coda dei clienti in attesa. Al piano superiore, la riorganizzazione funzionale degli uffici e dei servizi esistenti è finalizzata a valorizzare lo spazio connettivo. L’atrio centrale a sviluppo lineare, funzionale all’accumulo della coda passeggeri in salita, è l’hub distributivo principale. La copertura sinuosa accompagna e guida i vari utenti, ospitando piccoli volumi di servizio indipendenti e il nuovo blocco uffici, modellati dai flussi degli utenti. Nel punto di maggior passaggio è situato il nuovo ufficio scuola di sci, affiancato da una zona relax composta da sedute e gradoni. L’idea è di creare un luogo dello stare, pubblico, molto confortevole e dal quale godere del paesaggio in un ambiente protetto ma nel contempo ad alta visibilità sociale. La pelle esterna, aperta e permeabile, è composta da montanti in legno e acciaio che ritmano la facciata e incorniciano il paesaggio, diventando all’occorrenza supporti per teloni informativi e pubblicitari. Dal punto di vista urbanistico, la riorganizzazione della viabilità pubblica consentirà una migliore fruibilità e accesso alla stazione, avvicinando le aree a parcheggio e prevedendone un ridisegno complessivo che riflette l’andamento curvilineo della nuova stazione. Tale sviluppo lineare e organico conferisce al nuovo volume un carattere fortemente identitario e dinamico.

STAZIONE DI MONTE Nella proposta progettuale per la nuova stazione di monte, le peculiarità proprie del comprensorio, il tracciato attuale delle piste, la topografia del versante e i punti panoramici che caratterizzano il sito, vengono mantenuti e valorizzati. La quota di attestamento è 2720 m, in prossimità della zona di arrivo dell’attuale tappeto di risalita. Con l’obiettivo di valorizzare il tracciato della pista n.27 e quindi l’intero accesso al comprensorio, l’arrivo della nuova stazione di monte viene elevata alla quota 2724 m. L’impianto tipologico lineare diventa circolare. I volumi del ristorante e della caffetteria si susseguono e degradano, collegando il parterre delle piste con la stazione in direzione Pila. L’atrio a due livelli distribuisce i flussi verticali attraverso un sistema di tappeti mobili automatizzati; tale soluzione rende veloce e agevole il superamento del dislivello. La futura stazione in direzione Cogne è prevista in continuità e conclude la sequenza funzionale. La forma annodata consente di avvicinare e sovrapporre le due stazioni poste agli estremi. L’atrio centrale privilegia i flussi in arrivo, diversificando l’accesso al comprensorio, mentre l’area ristorativa è collegata ma indipendente. In considerazione della quota e dell’esposizione al vento ed ai fenomeni di trasporto eolico di neve, le due stazioni e l’atrio si adattano alla curva di livello minimizzando sterri e riporti, mentre l’area ristorativa si stacca dal suolo nel rispetto dell’andamento proprio del versante. Con l’obiettivo di diversificare gli accessi al comprensorio e valorizzare la fruizione dei visitatori in rapporto al paesaggio, un doppio sistema di percorsi a ridotta pendenza consente di distribuire fin dall’arrivo le diverse tipologie di utenti. I visitatori possono accedere alle piste attraverso 3 gates. I flussi veloci sono gestiti dall’atrio mentre le fruizioni lente dalle terrazze. La terrazza esterna collega la stazione di arrivo alle piste, valorizzando il paesaggio, attraverso un percorso ciclo-pedonale a scarsa pendenza sul quale trovano posto anche i dehors pubblici e quelli dedicati. La caffetteria e il ristoro ne seguono lo sviluppo. La copertura facilita l’accesso al belvedere della piatta de Grevon. La testata di arrivo si apre per mantenere libera la vista sul comprensorio del Cervino.